In memoria In memoria di mia madre Rita Plossi
Grazie mamma

PROLOGO

Quando una perdita prematura lacera il tuo cuore...
Quando i tuoi incubi peggiori diventano impietosamente tangibili...
Quando cercando la speranza trovi l'Inferno...
Quando il tuo amore e disperazione di madre non trovano ostacoli pur di lottare per la salvezza dell'anima immortale di tua figlia...
...solo allora diventerai consapevole di cosa significa essere un'ANIMA LIBERA

 

IL DOLORE DI ANGIE

Angie abitava al quinto piano di un elegante condominio.
Da qualche tempo aveva preso l'abitudine di uscire sul terrazzino che s'affacciava sul cortile interno condiviso da altri tre casamenti circostanti, ad osservare quello che non c'era.
Il cortile sottostante, infatti, era completamente lastricato da quadrati di cemento che, nei momenti più intensi di pioggia e dopo l'assorbimento di essa, s'arricchivano d'umido muschio verdastro prontamente ripulito da un'efficace donna delle pulizie.
Non un albero, non il più piccolo accenno di vegetazione. Non un segno di vita.
Tutto laggiù era arido e vuoto e la donna, con ipnotica rassegnazione, se ne stava lì a contemplare quello squallore, comparandolo alla propria vita.
A volte si appoggiava alla fragile ringhiera con un leggero senso di paura dovuto alla sua instabilità, ma solo Dio era a conoscenza di tutte le volte che aveva sperato in un suo cedimento e che il crollo si trascinasse appresso anche la sua disperazione, i suoi pianti e urla inespresse, assieme al suo corpo che ormai riteneva inutile.
La perdita di chi aveva amato di più in tutta la sua vita l'aveva gettata nella più cupa disperazione, al punto di desiderare la morte come unico sollievo a tutta quella sofferenza. Tuttavia, era consapevole che il suicidio non rientrava nelle sue regole: era cattolica e di conseguenza fermamente convinta che un gesto del genere le avrebbe procurato la dannazione eterna.
Le sue mani, spasmodicamente serrate sulla ringhiera, pian piano si rilassarono e le gambe, anche se riluttanti, la ricondussero all'interno dell'appartamento.
Si sedette sul divano di quel salotto troppo silenzioso e troppo grande per una sola persona. Si prese il viso tra le mani, e cominciò a piangere.