Erano passati sette anni da quel tragico giorno e tutto finalmente andava a meraviglia. Subito dopo aver incassato l'eredità e i soldi dell'assicurazione sulla vita dei suoi genitori, Angie e la bambina avevano lasciato Sant'Elia ed erano ritornate nella loro città natale.
Totalmente incurante dei pettegolezzi e delle occhiate della gente che già da tempo aveva capito che Sally era la figlia, e non la sorella di quella ragazza forse un po' facile, ma rispettata ora per il capitale che si portava appresso, dopo aver visitato diversi appartamenti aveva finito per acquistarne uno.
Anche se esageratamente grande per due sole persone, era talmente bello e luminoso che se ne innamorò all'istante.
Oltre alla cucina con poggiolo affacciato sul cortile interno, c'erano la sala da pranzo, il salotto, tre camere da letto e due bagni.
Il problema principale nell'arredarlo, si presentò nel decidere quello del salotto: misurava quasi trenta metri quadri e sarebbe stata una sfida riempirlo.
Dopo aver passato in rassegna quasi tutti i mobilifici della città, trovò alla fine la soluzione giusta: dei mobili componibili in laccato nero e vetro fumé ricoprirono un'intera parete, mentre un divano ad angolo da sette posti riempì quasi interamente le altre due. La quarta, fortunatamente, non le creò problemi: due ampie portefinestre s'aprivano sull'altro poggiolo, quello principale, enorme e soleggiato; delle tende finemente ricamate furono la logica soluzione. Un meraviglioso tappeto persiano ed un tavolino centrale, fecero il resto.
Anche una delle tre stanze era esageratamente grande quindi, madre e figlia concordanti, decisero di dividerla a metà. Una parte Angie l'adibì a suo studio, mentre l'altra venne utilizzata da Sally inizialmente come cameretta per i suoi giochi, e con il passare degli anni, fu trasformata in una saletta più seria. Sopra una scrivania venne collocato il suo computer con la stampante, e le pareti si ricoprirono di due grandi librerie cariche di enciclopedie e testi scolastici.
Certo sarebbe stato più logico trasferirsi nella casa dei suoi genitori piuttosto che venderla, ma ancora angosciata e preda a rimorsi, Angie sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta ad abitare in quel posto dove tutto parlava di loro; avrebbe sicuramente finito con l'intristirsi e a riversare quel sentimento su Sally, dotata di una sensibilità straordinaria pari alla sua.
A proposito di questo, succedeva sempre più frequentemente che tutte e due aprissero la bocca per dire all'unisono la stessa frase oppure, come le succedeva al liceo, che una delle due rispondesse alla domanda dell'altra, prima che questa venisse formulata.
Angie tuttavia, non sospettò mai che si trattasse di qualcosa di più arcano.
Poco dopo essersi trasferita nell'appartamento, la donna venne contattata da un importante studio legale della città, che conoscendo le sue potenzialità, le offrì di entrare a far par parte dello staff.
Grazie alla sua abilità professionale e al suo straordinario senso d'intuizione, proprio mentre stava festeggiando l'undicesimo compleanno di Sally, le arrivò una telefonata che l'informava di essere diventata a tutti gli effetti socia dello studio.
Quell'anno non le riservò solo soddisfazioni economiche; con esse arrivò anche l'amore.
Si presentò sotto forma di un aitante procuratore legale trentacinquenne, con il quale ebbe non poche battaglie in tribunale e alla fine di un'ennesima, si trovò inaspettatamente invitata a cena.
Era cosa risaputa che gli scontri tra avvocati durante le cause, specialmente se di una certa importanza, porta momentaneamente ad odiare profondamente la parte controversa, ma una volta finito il processo, si depone la maschera di Mr. Hyde e si ritorna ad essere il normale dottor Jekyll cancellando la personalità precedente.
Quella cena fu l'importante inizio di qualcosa che si solidificò nell'anno successivo.
Harry, Harrison Curtis per l'esattezza, seppe infrangere quel muro eretto per autodifesa nel cuore di Angie, e simile ad una carica di dinamite lo fece esplodere, lasciando ben pochi detriti a ricordo dell'amara esperienza passata.
Il primo contatto sessuale avvenne dopo tre mesi che si frequentavano, e per la donna, fu probabilmente la sua vera "prima volta". Forse non aveva mai realmente saputo cosa volesse dire amare un uomo o essere amata e trentenne, imparò anche cosa fosse il piacere.
Non fu solo questo a farla decidere di accettarlo nella sua famiglia oltre che nel suo cuore, ma anche l'attaccamento che l'uomo mostrava verso Sally, che a sua volta, ancora ignara di cosa fosse l'affetto paterno, si affidò amorevolmente a lui e in certo senso, l'adottò.